Intervista con Sergej Baburin, rettore dell’Università Statale Russa del commercio e dell’economia, ex deputato della Duma di Stato della Federazione Russa, ex vice-presidente della Duma, attualmente presidente del Comitato Russo di Solidarietà con i popoli della Libia e della Siria.
1. Dopo l’entrata della Russia nel WTO, quali sono le conseguenze geopolitiche nello scenario internazionale?
I principali effetti geopolitici e geo-economici non sono correlati all’entrata della Russia nel WTO, ma al fatto che questa organizzazione si trovi in una crisi profonda. Il periodo attuale dell’economia mondiale è caratterizzato non solo dalla grande incertezza associata con la crisi economica, ma anche dalla crisi del multiculturalismo, dalla crisi della tolleranza nella società occidentale, dall’attivazione del fondamentalismo islamico, e dalla crisi della regolamentazione internazionale dei processi politici ed economici. Nessuna delle principali organizzazioni politiche internazionali, tra cui il WTO, può affrontare le sfide moderne.
A nostro parere, la crisi della regolamentazione internazionale è associata principalmente al fatto che tutte le principali organizzazioni internazionali, quali il WTO (ex GATT), le Nazioni Unite, il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, sono stati creati a metà del XX secolo, in un’altra situazione economica e politica. I rischi principali di quel periodo storico sono stati posti alla base dei regolatori nazionali. Nell’economia globale di oggi, i rischi nazionali (politici, economici, commerciali, ecc.) si sono allargati a livello globale, sono usciti verso i mercati globali. E le organizzazioni internazionali, tra cui il WTO, non hanno elaborato nuovi strumenti per affrontare i nuovi rischi globali. Ora quelle stesse organizzazioni sono in crisi.
L’impossibilità di completare il “Doha round” all’interno dei negoziati commerciali internazionali del WTO lo conferma. Sorprendentemente, oltre ai processi interni del WTO, l’entrata della Russia in questa organizzazione certamente sposta gli accenti geopolitici. E sotto questo aspetto la Russia non cessa di partecipare alla formazione di un mondo multipolare, pretendendo di essere uno dei poli. E se oggi tra i leader ci sono gli Stati Uniti, la Cina, l’India, allora la Russia, attraverso l’integrazione dello spazio dell’ex Unione Sovietica, che avviene parallelamente all’adesione al WTO, attraverso i BRICS e lo SCO, si trova nuovi strumenti geopolitici in qualità di potenza consolidante dell’Eurasia.
2. L’entrata della Russia nel WTO ha fortemente diviso gli esperti, per alcuni la Russia poteva evitare di farlo avendo un mercato interno molto vasto, forte e vario, per altri invece era necessario. Secondo lei quella della Russia è stata una scelta obbligata, visto la presenza nel WTO di altre grandi economie, come quella cinese, o se ne poteva fare a meno?
La Russia occupa storicamente il suo posto prefissato nel sistema di divisione internazionale del lavoro. È già stato detto abbastanza sull’orientamento diretto prevalentemente alle materie prime delle esportazioni russe. Ma questo problema non significa che non ci si debba impegnare in varie organizzazioni internazionali, tra cui il WTO. Soprattutto questo ci da la possibilità di partecipare ai negoziati commerciali internazionali alla pari degli altri Paesi membri (e ce ne sono 154, sui quali passa oltre il 95% del commercio internazionale) sui problemi più urgenti del commercio moderno: sul commercio dei prodotti agricoli, sulla proprietà intellettuale, sulla gestione dell’accesso ai mercati, sugli acquisti statali, sulle sovvenzioni alle industrie, compresa la “green economy”.
Inoltre, a nostro parere, un risultato molto importante dell’entrata della Russia nel WTO è l’accesso alla tutela dei suoi interessi nell’Organo della risoluzione delle controversie. Come si sa, contro le società russe si fanno inchieste antidumping (oltre 120 procedure all’anno), si fissano dazi compensativi (un paio di miliardi di dollari l’anno), e prima dell’entrata nel WTO, i rappresentanti russi non potevano far valere in condizioni di parità le proprie posizioni e quasi sempre perdevano contro gli Stati e le imprese occidentali. Quindi l’entrata nel WTO è un passo che deve essere fatto nell’interesse della Russia, e non bisogna preoccuparsi del danno potenziale.
3. La Russia, da questa mossa, in quali settori trarrà maggior giovamento e dove invece avrà difficoltà? In particolare nei settori dell’agricoltura, dell’energia e dei servizi finanziari quali possono esser le previsioni?
Per quanto riguarda i settori e le zone in cui si può avere uno sviluppo, oppure al contrario una recessione, a nostro parere non dipende dal WTO, ma dalle strategie e programmi di sviluppo dell’economia dello Stato e delle regioni russe. Innanzitutto, questo significa implementare una politica economica competente che può e deve proteggere i settori più vulnerabili: l’agricoltura, la costruzione di automobili e aerei, l’industria alimentare e altri. Inoltre attuare politiche di sovvenzionamento statale e finanziamento agevolato in conformità alla politica internazionale. Inoltre tenere un atteggiamento sobrio per eliminare le imprese non competitive. Così lo sviluppo non sarà dipendente dal WTO. Un compito decisivo è a carico del Presidente e del Primo Ministro della Russia.
4. In alcuni paesi al momento dell’entrata nel WTO si sono verificate alcune difficoltà nel settore agricolo, il settore ha sofferto o è stato danneggiato. In America, ad esempio, il mercato è chiuso da barriere doganali. Quindi al momento dell’entrata nel WTO il suo settore agricolo non ha subito danni dato che in America c’è un sistema di protezione. E quali invece sono i rischi in questo settore per la Russia?
Naturalmente, per la Russia i rischi con l’entrata nel WTO aumentano per il settore agricolo. È stato un problema verificatosi anche in tutta l’Europa da est.
5. Come giudica le riforme politiche richieste dal WTO per accettare l’entrata della Russia nell’Organizzazione? Una opinione personale sul WTO: come giudica l’operato della stessa, può esser considerato il libero mercato un vantaggio per i popoli, o solo per alcuni stati e/o una elite della popolazione mondiale?
Innanzitutto spieghiamo cos’è il WTO. Il WTO è sempre esistito come un “club degli Stati ricchi”.
Si tratta di un fatto oggettivo. La liberalizzazione serve ai prodotti, alle aziende, ai Paesi, alle economie ricchi e competitivi. Della difesa (protezionismo) del mercato se ne parla, principalmente, nei Paesi non competitivi. Le conseguenze dell’entrata della Russia nel WTO sono un po’ diverse per il governo, il business, e la popolazione. Se la Federazione Russa nell’insieme ottiene un risultato positivo, per esempio, dopo l’entrata nel WTO, la Russia ha accelerato la procedura di entrata nell’OECD, mentre le imprese orientate interamente all’esportazione ottengono di più rispetto alle imprese orientate all’importazione, e la popolazione, da un lato, ottiene generi alimentari e software più costosi (non considerando la produzione pirata), ma d’altra parte ottiene assicurazioni e servizi bancari più economici e di qualità.
Ora parliamo delle riforme politiche. Le riforme politiche devono essere effettuate in Russia. Lo si può constatare dal fatto che per gran parte della popolazione il potere in Russia ha cessato di essere legittimo. È necessario ripristinare la fiducia nel governo, altrimenti il sistema politico smette di funzionare. Le persone non solamente non vanno a votare, in realtà cessano persino di rispettare le leggi.
Pertanto si tratta di fare una riforma costituzionale. Io personalmente spingo per una modifica costituzionale che permetta di ripristinare la correttezza e la trasparenza delle elezioni. Ripristinare il sistema elettorale delle elezioni miste, in base al quale alcuni membri del parlamento vanno eletti per distretto, e solo una parte in base alle liste di partito, e in via di principio rivedere la struttura degli organi rappresentativi superiori del potere. Sopprimere il Consiglio della Federazione e la Duma di Stato nella loro forma attuale, e formare un parlamento seguendo piuttosto l’esperienza del Supremo Consiglio della Federazione russa; e trasformare la Camera alta nel Consiglio di Stato, combinando le caratteristiche del Consiglio della Federazione e del Consiglio di Stato di oggi creando un’assemblea dei governatori. Tutto ciò sottolinea la necessità di considerare la riforma dello Stato russo in contemporanea con la formazione della Comunità economica eurasiatica, e le nostre relazioni con la Bielorussia. L’ironia politica è che il presidente Putin, essendo stato il capo del governo negli ultimi anni, poneva l’accento sullo spazio economico comune con la Bielorussia e il Kazakistan, mentre il presidente Medvedev nello stesso tempo parlava solo dell’entrata nel WTO senza Bielorussia e Kazakistan. Ora questa ambiguità non c’è. Putin ha unito nelle sue mani e la strategia e la tattica nell’economia e nella politica estera. Ma Medvedev lo ha costretto ad affrontare il fatto che la Russia è entrata nel WTO, ma potrebbe ora perdere lo spazio economico comune con la Bielorussia e il Kazakistan, se Bielorussia e Kazakistan rimangono indietro nell’entrare nel WTO. E quindi le riforme politiche si applicano a cambiamenti internazionali giuridici nello spazio ex-sovietico.
6. Come mai ci sono voluti i negoziati più lunghi della storia per ottenere l’entrata della Russia nel WTO? Se durante l’Urss era una questione ideologica, dopo quali sono stati i problemi principali che ne ostacolavano l’entrata?
La formazione del WTO nel suo aspetto attuale con il tempo ha coinciso con la distruzione dell’Unione Sovietica, quindi il tema dell’entrata nel WTO non esisteva per la Russia. Prima era impostata la questione dell’entrata nel GATT. Ma non era una questione politica. La durata dei negoziati per l’entrata della Russia nel WTO è legata a molti fattori, tra i quali si potrebbe chiamare il desiderio della delegazione russa di ottenere determinate preferenze. Non dobbiamo indulgere nell’opinione sbagliata che siamo entrati nel WTO a condizioni meno favorevoli rispetto a qualsiasi altro Paese. Il regime della nazione più favorita è unico per tutti. Ma ci sono difetti ed eccezioni, le cosiddette wavers.
Per esempio, la Russia ha ricevuto una serie di tali wavers riguardati il periodo agevolato (di transizione) per ridurre le tasse d’importazione che va fino a 9 anni, anche se come Paese sviluppato, avrebbe dovuto avere un periodo di transizione di 6 anni. Inoltre, non è escluso che la parte russa abbia sollecitato questi negoziati con lo scopo di rafforzare la competitività di alcune industrie, come l’industria automobilistica. Per gli Stati Uniti, che hanno sempre fatto il bello e cattivo tempo nel WTO, la questione dell’entrata della Russia è stata un oggetto di ricatto. La Russia è stata ammessa al WTO nel momento in cui la sua élite politica alla sostanza della questione ha cessato di aspirare ad entrare nel WTO, quando è iniziata a imporsi la posizione che l’entrata nel WTO non sia necessaria per la Russia e la Russia può viverne senza. Proprio in quel momento per la Russia hanno smesso di avanzare cambiamenti nelle condizioni e l’hanno accettata nel WTO. Perché altrimenti la Russia sarebbe andata a “nuotare da sola” e avrebbe cominciato a formare intorno a se una unione di Stati, che tenesse testa ai dirigenti del WTO. La Russia non membro del WTO, ma preservante i propri standard per tutti i prodotti fabbricati dentro il Paese, sarebbe un problema serio per il WTO in Eurasia.
7. La Georgia ha sempre posto il veto sull’entrata della Russia, poi è all’improvviso il veto è stato tolto. Perché?
Perché ha ricevuto indicazione dagli americani di revocare le obiezioni all’entrata della Russia.
8. Può dirci se ci sono ora, dopo l’entrata nel WTO, per le aziende russe condizioni agevolate oppure opportunità speciali per investire in Italia e in Europa, o per aumentare gli scambi commerciali?
Per quanto ne so io, non sono avvenuti grandi cambiamenti per gli investimenti in Europa con l’entrata della Russia nel WTO. Le condizioni che c’erano, sono rimaste, non si sono verificate condizioni più o meno agevolate. Negli ultimi 3-4 anni, gli investimenti russi nella zona del Mediterraneo sono sempre aumentati, anche se la Russia all’epoca non era nel WTO. Ma sono aumentati non perché gli imprenditori russi hanno voluto investire i loro soldi in Italia o nei Balcani, o a Cipro, ma perché i capitali russi fuggivano dalla stessa Russia. Con l’entrata nel WTO la situazione non è per adesso cambiata, perché è determinata dalla situazione interna della Russia stessa, indipendentemente dal WTO. Questo fatto è determinato dal corso non stabile dell’economia del governo di Medvedev e dall fatto che nella Russia di oggi, il livello di corruzione e irresponsabilità delle autorità è critico e ostacola la normale attività economica. Quindi l’entrata della Russia nel WTO per gli investimenti russi all’estero non non ha nessuna importanza.
(A cura di Antonio Grego e Danilo Della Valle)